L’esordiente Roberta Recchia confeziona un romanzo da cui è difficile prendere pause. La narrazione si sviluppa lungo l’arco di cinquant’anni di vita – dagli anni Sessanta ai Duemila – della famiglia romana Ansaldo. Gli affetti e gli equilibri vengono compromessi da un dramma dolorosissimo: un delitto sottrae la vita alla giovane Elisabetta, gettando nella disperazione più nera i genitori e i parenti. L’arrivo di una nuova presenza riporterà gradualmente la serenità e la luce, risanando la ferita di uno strappo destabilizzante. Tutta la vita che resta, già venduto in quattordici Paesi ancor prima della pubblicazione, affronta quindi il concetto stesso di amore come forza di guarigione e scudo contro la disperazione.
Roberta Recchia, classe 1972, è laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane e in Relations Interculturelles et Coopération Internationale. Scrive da quando ha undici anni e, dopo un’esperienza in azienda, ha intrapreso la strada dell’insegnamento, portando avanti da sempre la sua passione per la scrittura. Tutta la vita che resta (Rizzoli, 2024) è il suo romanzo d’esordio.
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